Resina Epossidica Alimentare la Verità!

Oggi parliamo delle resine epossidiche per contatto alimentare e della loro differenza con le resine epossidiche non alimentari.

Cerchiamo di chiarire quando usarla e come usarla. 

Davvero le resine non alimentari sono tossiche? oppure questa informazione non è del tutto vera ma nessuno ci spiega come stanno le cose?

Cominciamo:

DIFFERENZA FRA RESINA ALIMENTARE E RESINA NORMALE

1 La differenza tra resina alimentare e resina comune sta nella capacità della prima di resistere più a lungo se messa a contatto con alcuni cibi specifici solidi o liquidi esclusivamente a temperatura ambiente.

Quindi sfatiamo la prima bufala secondo cui tutti i cibi devono andare per forza a contatto con una resina alimentare.

E vi faccio subito un esempio: lo sapevate che per legge in italia l'uso delle pale in legno e dei ripiani per il pane e le pizze in legno sono stati banditi dall'uso professionale perchè fonte di batteri? Quindi partiamo dal fatto che mentre la resina dura resiste all'aggressione di agenti chimici come i diluenti e l'acetone senza problemi per svariati minuti una sostanza come il legno nudo è bandito e rilascia batteri. Nonostante questo tutti usano il legno, quindi cominciate a farvi qualche domanda.

COSA SI INTENDE PER RESINA ALIMENTARE

2 Non c'entra la temperatura. Resina alimentare significa solo che può andare a contatto con cibi freddi, non fatevi infinocchiare da falsi miti. La resina epossidica può andare a contatto con cibi caldi ma non nasce per questo scopo. Nasce solo per contenere cibi e bevande ma nulla di più, che poi possa andare a contatto con cibi caldi per pochi minuti questo è un altro paio di maniche e lo vedremo fra poco.

SOSTANZE CHIMICHE RILASCIATE NEI CIBI

3 Come faccio ad essere sicuro che la resina non rilasci sostanze chimiche nel cibo solido o liquido? Semplicemente mettendo a contatto con le resine solo cibi freddi e a temperatura ambiente.

IL PROBLEMA DELLA TOSSICITA' E DELLE CARICHE BATTERICHE

4 Prima di tutto facciamo un esempio comune. Se ho un tagliere in legno vivo questo anche se secco è fonte batterica perchè resta un corpo vivo.

Se ho un un piatto in plastica e ci metto dentro la zuppa bollente non sempre ma spesso si rammollisce! quindi siete certi che la resina sia l'unica cosa di cui avere paura?

A COSA RESISTE LA RESINA INDURITA?

5 La resina epossidica, qualsiasi essa sia una volta indurita resiste di base ai solventi chimici come acetone, nitro, alcol ecc ecc ovviamente non per sempre ma per svariati minuti oppure ore in funzione del tipo di solvente.

Sulla base di questa osservazione pensate che se ci poggiate su un biscotto, il pane, la fetta di carne cruda o le carote la resina si sciolga e rilasci sostanze chimiche? Dai non scherziamo!

IL PROBLEMA DEL CONTATTO TRA CIBO E RESINA

6 Ora una riflessione, se poggiamo una fetta di limone su un tagliere di legno, il legno può essere portatore di batteri tanto quanto un piano in PET di nuova generazione o un piano in Okite di una cucina, tanto che il legno è stato bandito per legge dalle pizzerie e dalle panetterie. La paura che la resina solidificata sia interattiva vale solo in alcune situazioni estreme, perchè questa è un corpo inerte e se non sottoposta a condizioni specifiche di temperatura elevata costante nel tempo non può mutare la sua struttura chimica.

RESISTENZA AI LIQUIDI E SOLIDI PER ORE O MINUTI.

7 Fatte queste premesse parliamo della resistenza della resina alimentare contro quella normale. La resistenza agli agenti chimici affinchè questi non possano rammollire la struttura solida e farle rilasciare sostanze chimiche nel cibo si misura in ore di contatto fra resina e sostanza chimica. Da qui diciamo che per esempio l'acetone o il diluente nitro che sono agenti potentissimi e tossici, per cominciare a penetrare la resina necessitano di svariati minuti di contatto e diciamo anche un ora o più. Quindi ne nasce una considerazione, se i solventi chimici rompono la barriera in un ora, il vino o l'olio  d'oliva o l'acqua quanto tempo impiegheranno? Per cui capite che è improbabile che le bevande o altri cibi presenti in casa possano aggredire la resina.

IL LIMITE DELLA TEMPERATURA

Parliamo della temperatura, la resina epossidica resiste a temperature discretamente elevate e ogni resina possiede caratteristiche specifiche, pertanto non si può determinare esattamente a che temperatura ogni resina si possa ammorbidire. Ma una cosa certa la sappiamo, per fare si che la resina catalizzata e dura diventi molle o comunque cominci a rammollire rilasciando tossine servono svariati e svariati minuti sottoponendola al calore costante ed elevato.

Esempio: Prendo una fetta di carne dalla padella e la metto su un tagliere fatto di resina e legno, supponiamo che la fetta di carne sia a 80°, questi 80° scenderanno immediatamente in pochi secondi passando probabilmente a 40/50, del resto se cosi non fosse non potremmo mangiarne un pezzetto senza scottarci. Se ci riflettete tutti noi attendiamo qualche secondo o un minuto prima di cominciare a masticare un cibo caldo ma la carne raffredda rapidamente così come il brodo o la zuppa o la pasta e quindi non vi sono in ogni caso le condizioni per pensare che la resina possa iniziare il processo per cui rammollendosi rilasci tossine.

La temperatura a cui una resina comincia a rammollire più o meno parte dai 70 gradi centigradi e questo significa che se la resina arriva a 70 gradi e ci resta per un minuto o due questa reazione comincia ma servono svariati minuti affinchè inizi a rammollire ma nessun cibo resta a quella temperatura per più di 1 o 2 minuti e quindi la resina non la può intaccare.

Se invece è la carne o il brodo ad essere a 80 gradi dovrebbe avere una temperatura costante per comunicarla in un tempo X al materiale resina, ma se il calore del cibo scende e non rimane costante allora la resina a quella temperatura non arriverà mai! e quindi non potrà mai e poi mai rilasciare tossine nel vero senso della parola.

Ovviamente ogni caso è a se stante ma in linea di principio questa è la reale casistica.

La resina Kustom Service ha un ATG che oscilla fra i 60 e i 70 gradi e prossimamente entrerà in commercio la versione da 108 gradi centigradi, quindi anche se ci posate su una fetta di carne rovente non le fate nulla!

CONCLUSIONI FINALI

- La resina alimentare esiste per contenere cibi e bevande a temperatura ambiente e non calde

- La resina può contenere cibi caldi per pochi minuti e comunque dipende da quanto caldi e per quanto tempo questa viene esposta al calore

- La resina epossidica non può essere usata per tagliare o affettare cibi, in quanto se si scalfisse rilascerebbe una polvere che è tossica quanto quella della plastica o del legno di un qualsiasi tagliere da cucina

- La resina epossidica alimentare rispetto a quella normale differisce solo per la capacità che ha di restare a contatto con un liquido come il vino o l'olio per giorni o settimane o mesi e con un cibo caldo per pochi minuti senza che la sua struttura cominci a rammollire. Questo ultimo punto però, sia ben chiaro, non c'entra assolutamente niente con la logica e la certificazione alimentare.

IN CONCLUSIONE

In questo articolo abbiamo chiarito un argomento molto importante ma se volete maggiori informazioni scrivete alla nostra redazione alla mail info@kustomservice.com per suggerire nuove tematiche oppure chiedere maggiori informazioni, noi cercheremo di fare il possibile per rispondere a tutti.

La resina epossidica per contatto alimentare potete trovarla a questo link nel nostro sito web

K-FOOD

Buon divertimento

Dott Christian Bertolini

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